Tra gli scaffali in uniforme

La signora mi ringrazia per quello che facciamo per la comunità. I figli vivono lontani. Ha chiamato il dottore e lui le ha detto di rimanere chiusa in casa con il marito. Non sono più giovani, il signore non sta nemmeno tanto bene, per evitare di ammalarsi prima lei e poi contagiare inevitabilmente lui che già è debilitato…
Così è terminato il giro fatto durante il servizio di ieri. Un sali e scendi dalla macchina di Croce Rossa ad acquistare farmaci e generi alimentari per le persone anziane, fragili, immunodepresse.
È stato un servizio impegnativo perché ha richiesto moltissima concentrazione e attenzione e dal fiato più corto del solito perché respirare per ore con quella mascherina non è affatto una cosa piacevole. Lì sotto fa caldo, lì sotto è umido, tutto sommato non è molto gradevole. Immagino solo come si possa sentire chi a contatto con il virus ci lavora per dodici ore al giorno, se tutto va bene. Con quell’uniforme e quel tessuto non tessuto davanti alla bocca alcuni ti guardano con fare interrogativo, sicuramente non passi inosservato. Infatti il direttore del supermercato in cui stavamo facendo la spesa ci ha notato tra gli scaffali e ci ha espresso la volontà di organizzare una colletta alimentare con il nostro supporto per le persone più bisognose. È il tempo della gentilezza e della vita casalinga. Continuiamo su questa strada. Torneremo a incontrarci e a sorriderci, non solo con gli occhi e attraverso una mascherina.
“Grazie signora, è stato un piacere per la nostra associazione. Lo yogurt alla frutta che ha scritto nella lista delle cose da comperare non era più disponibile al supermercato, ma quando vuole sa dove trovarci”.
Eleonora, Volontaria del Comitato dei Comuni dell’Appia